19 Maggio 2017
La reputazione degli Stradivari sembrava intoccabile fino ad oggi o meglio si è dubitato del loro leggendario suono per la prima volta nel 2010 dopo l’esperimento di Claudia Fritz ricercatrice presso l’università Pierre e Marie Curie di Parigi. (Esperimento poi rifatto nel 2012)
Ella chiese a 21 musicisti di suonare sei diversi violini, tre strumenti moderni e tre violini costruiti dai più famosi liutai italiani. Uno fatto da Guarneri del Gesu intorno al 1740, e due fatti nel laboratorio di Antonio Stradivari intorno al 1700.
Fritz preparò una grande stanza, abbassò le luci e passò i violini in ordine casuale ai musicisti, che dovevano indossare occhiali da saldatore e stare dall’altro lato di una tenda divisoria.
Ognuno aveva il tempo di suonare i sei strumenti e classificarli secondo la suonabilità, la proiezione, la risposta e dal colore del suono.
Fritz disse: “Non abbiamo bendato i giocatori completamente perché questo avrebbe interferito troppo con la loro percezione. Con gli occhiali da saldature potevano solo vedere la struttura dello strumento e non i particolari o le decorazioni identificative”.
Per mascherare qualsiasi odore degli strumenti antichi, su ciascuna mentoniera fu applicato un panno profumato.
L’esito della prova fu sconcertante, tutti i musicisti che provarono gli strumenti preferirono il suono di quelli moderni.
Da questo ne derivò un’infinita polemica e battaglia tra i “pro” ed i “contro” dei violini moderni o antichi. Le acque sembravano essersi calmate fino ad oggi quando questa prova è stata rifatta quest’anno da Fritz per la terza volta dando ancora gli stessi identici esiti.
L’esperimento si è svolto in due fasi. La prima prova è stata fatta a Parigi, con sei violini – tre Stradivari e tre moderni – stavolta c’era un pubblico di 55 persone dietro un sipario, tutte persone del settore musicale tra violinisti e liutai. La seconda prova si è svolta a New York, con due soli violini e 82 ascoltatori (anch’essi separati da un sipario) privi di competenze. In tutte e due le prove sono stati votati dalla maggioranza come migliori i violini moderni.
Io credo che in queste prove possano influire mille fattori a favore e sfavore degli strumenti. La mano del musicista, la montatura, le corde, l’ambiente in cui vengono suonati i violini ecc..
Il tasso di gradimento anch’esso è completamente personale, chi preferisce un suono forte, chi invece uno caldo ed armonico. Un tipo di suono può essere più indicato per un brano rispetto ad un altro.
Altri fattori non tenuti conto dalle prove sono i seguenti: In tutti questi anni quante modifiche sono state apportate agli strumenti antichi? Riparazioni, modifiche della montatura da barocca a moderna, spessori e catena cambiati, riparazioni e legno strutturalmente differente da uno fresco anche se stagionato…
Fritz lascia più domande aperte che risposte, un musicista a mio parere dovrebbe puntare a trovare un buon strumento che faccia al caso suo a prescindere dell’età di fabbricazione, l’unica cosa che conta veramente è fare musica e di qualità. Un violino resta un mezzo, un oggetto fondamentale per la resa sonora di un musicista ma l’uomo e l’esecuzione fanno sempre la differenza.